Con la locuzione Digital Transformation (trasformazione digitale) si suole indicare un insieme di cambiamenti prevalentemente tecnologici, culturali, organizzativi, sociali, creativi e manageriali. Agendo in maniera organica e combinata su questi elementi la Digital Transformation va oltre la semplice adozione di nuove tecnologie e permette di erogare servizi, fornire beni, far vivere esperienze, trovare, elaborare e rendere accessibili grandi quantità di contenuati indipendentemente dalla reale disponibilità di risorse (umane, materiali, intellettuali ed economiche, ecc.), creando pervasivamente nuove connessioni tra persone, luoghi e cose. Il processo di Digital Transformation o trasformazione digitale è abilitato dallo sviluppo di nuove tecnologie, ma non si limita alla loro adozione, esso integra e coinvolge tutto l’ecosistema toccato dal processo, incentivando la trasparenza, la condivisione e l’inclusione di tutti i partecipanti.

Grazie a questo nuovo approccio il destinatario finale del valore creato dalla Digital Transformation è di fatto al centro dello sviluppo se non addirittura partecipe dello stesso, ottenendo così un accesso effettivo, efficace e consapevole al servizio stesso sia esso costituito da beni materiali, immateriali o dati.

Fatta chiarezza sul concetto generale, per quanto attiene l’ambito azienda, esso si traduce nella trasformazione di processi aziendale (inteso come insieme di attività interrelate, svolte all’interno dell’azienda, che creano valore trasformando delle risorse (input del processo) in un prodotto (output del processo) destinato ad un soggetto interno o esterno all’azienda (cliente). Il processo è teso al raggiungimento di un obiettivo aziendale.

Tanto le risorse quanto il prodotto possono essere beni, servizi o informazioni oppure una combinazione di questi elementi. La trasformazione dell’input in output può essere eseguita con l’impiego di lavoro umano, di macchine o di entrambi.

La Digital Economy infatti permette di semplificare e velocizzare una serie di processi, che comprendono gli asset portanti di un’azienda. È la somma di due elementi fondamentali: i dati e gli esseri umani. Perché il digitale ci permette di analizzare ciò che facciamo ogni giorno, di misurarlo, quantificarlo e renderlo comprensibile dal punto di vista numerico. Ma questo processo ha senso e funziona solo se al centro posizioniamo le persone, all’interno e all’esterno della nostra azienda.

Recenti ricerche, effettuate dalla Gartner (leader mondiale nella consulenza strategica, ricerca e analisi nel campo dell’Information Technology con oltre 60.000 clienti nel mondo. L’attività principale consiste nel supportare le decisioni di investimento dei suoi clienti attraverso ricerca, consulenza, benchmarking, eventi e notizie), descrivono uno scenario in cui entro il 2020 la maggior parte delle imprese utilizzerà il digitale per rinnovare l’80% dei processi interni, dei prodotti e servizi sviluppati in precedenza. Imparare come la Digital Transformation impatta sulle nostre vite e soprattutto sul modo di fare business di piccole e medie imprese, ma anche di aziende di grandi dimensioni è necessario alla sopravvivenza delle aziende stesse

Proprio per questo è necessario comprendere come Le PMI non hanno bisogno di soluzioni gestionali ridimensionate nelle funzionalità applicative o nelle capacità di integrazione dei processi aziendali perché le pratiche di management, anche se su scala ridotta, hanno lo stesso contenuto concettuale e metodologico delle grandi imprese (ad esempio non cambia la complessità concettuale e metodologica dell’Activity Based Costing da una grande impresa ad una piccola, cambia la scala). I processi più informatizzati sono ancora quelli più tradizionali e “obbligatori” (per regole, leggi, norme, compliance), ma è in parte presente l’intenzione a coprire meglio anche quelli più complessi, più vicini ad una gestione moderna d’azienda, con processi efficienti, veloci, integrati, soprattutto abbandonando progressivamente l’impiego degli strumenti di produttività individuale nella gestione aziendale. Alcune caratteristiche strutturali delle PMI ad esempio: capacità investimento, focus sul core business tradizionale e domestico, forte competizione sulla qualità del prodotto, presenza e ruolo operativo dell’imprenditore, influenza del sistema di offerta ICT (Information and Communication Technologies) locale, relativa cultura digitale in azienda, prudenza o diffidenza dei decisori di vertice sull’innovazione IT restano, mentre, molte delle esperienze costruite nell’ambito dei distretti o delle reti di impresa o dei centri servizi per ricercare cooperazione, condivisione di conoscenza o risorse ICT e sinergie economiche, non hanno generato i risultati previsti e non hanno avuto la diffusione che si pensava, soprattutto nel compensare la scarsa attenzione che le PMI dedicano alla necessità di un presidio manageriale interno dell’IT e della digitalizzazione.